Nonostante le non ottime premesse, il viaggio di discesa verso le profondità Africane si sta rivelando meno antipatico del previsto.
Fra le suddette premesse, ad esempio, va annoverata l’ora legale, che ha scelto il momento peggiore per entrare in vigore (anche se tutti i momenti sono pessimi per esistere, per lei), togliendomi un’ora di sonno stanotte. E come se lei non fosse stata sufficiente, il/la vicino/a del piano di sopra è stato/a particolarmente attivo/a nello spostare i mobili per tutta la mattina, guastandomi anche quel poco di sonno che ancora mi rimaneva. Peraltro, l’inconfondibile rumore ritmico del materasso mi ha lasciato pochi dubbi sul fatto che a spostare i mobili, e farli scricchiolare, e fare poi la doccia, fossero in due, e non uno/a. Oh well, se non altro ho sognato Dorian e Frisson (infatti sto ammazzando il tempo qui in aeroporto revisionando Lotus, oltre che mettendo qualche testo sull’iPod e ascoltando musica random).
Il viaggio in treno ha invece subito un vistoso cambio di programma rispetto alla solita contemplazione del paesaggio a ritmo di musica: appena salito col mio solito largo anticipo sul vagone, infatti, ho chiesto all’unica altra passeggera, una bella signora mulatta, la conferma che il treno fosse quello corretto (mai fidarsi dei tabelloni di Trenitalia), e ho ricevuto in cambio un invito a sedermi davanti a lei. Ho così scoperto che la bella Leonisa, proprietaria di bar, colombiana e trapiantata in Italia da vent’anni, con tre figli dai trent’uno ai ventitré anni (e quindi un’età presumo intorno alla cinquantina, portata molto bene) ed un’evidente passione per la cronaca nera, stava viaggiando vestita con una maglietta stile impero fucsia sobrio, leggings neri, stivaletti in scamosciato viola, bracciali, collane, orecchini ed anelli d’oro (fra cui due leoni) ed un magistrale trucco composto sotto da matita nera con linea lunga all’angolino esterno e sulla palpebra da matita fucsia acceso abbinato ad una capigliatura davvero leonina (pun not intended) per fare una sorpresa al moroso in quel di Sanqualcosa vicino Padova. È stato così che per le successive due ore mi sono dedicato all’inedita, inaspettata ed improbabile attività di scrivere con lei dei messaggi romantic-kitsch indirizzati al moroso su quanto sarebbe stato difficile aspettare la domenica successiva per vederlo, sul fatto che avrebbe preso un aereo subito per andarlo a baciare da quanto erano dolci le sue parole e sull’ipotetico lavandino che le aveva allagato il bar impedendole di rispondere al telefono (in realtà era il rumore del treno), il tutto fra una foto e l’altra di figlie, figlio, nipotino e cane.
Ebbene, sono stato da poco informato da una trionfante Leonisa che la sorpresa è andata a buon fine e il moroso era tutto felice di vederla. Non ci resta che aggiungere tanti complimenti ed un bel evviva a noi Paladine Sailor e all’Ammore che trionfa sempre.
Ora invece, dopo un trancio di pizza inaspettatamente buono, mi sono accampato sopra il mio giubbotto sul pavimento dell’aeroporto Antonio Canova di Treviso (che Ryanair spaccia per Venezia) in modo da avere piena disponibilità di energia elettrica per potermi godere in santa pace il piccì tutta la notte, con in più una magnifica visuale del retro del prototipo in gesso di Venere e Marte del Canova. E per quanto riguarda il alto artistico sono messo più che bene, visto che una particolarità delle statue di figoni ignudi (neo)classici è il fatto che il retro è sempre più interessante del davanti: hanno infatti sempre un sedere scultoreo e magnificamente rotondo, mentre il pacco è puntualmente minuscolo, tanto da essere avvilente da guardare (quando non è coperto, come in questo caso, da una delle celeberrime foglie di Ficus Autoadesiva™, antenato di epoca ellenica del c-string).
Fra le suddette premesse, ad esempio, va annoverata l’ora legale, che ha scelto il momento peggiore per entrare in vigore (anche se tutti i momenti sono pessimi per esistere, per lei), togliendomi un’ora di sonno stanotte. E come se lei non fosse stata sufficiente, il/la vicino/a del piano di sopra è stato/a particolarmente attivo/a nello spostare i mobili per tutta la mattina, guastandomi anche quel poco di sonno che ancora mi rimaneva. Peraltro, l’inconfondibile rumore ritmico del materasso mi ha lasciato pochi dubbi sul fatto che a spostare i mobili, e farli scricchiolare, e fare poi la doccia, fossero in due, e non uno/a. Oh well, se non altro ho sognato Dorian e Frisson (infatti sto ammazzando il tempo qui in aeroporto revisionando Lotus, oltre che mettendo qualche testo sull’iPod e ascoltando musica random).
Il viaggio in treno ha invece subito un vistoso cambio di programma rispetto alla solita contemplazione del paesaggio a ritmo di musica: appena salito col mio solito largo anticipo sul vagone, infatti, ho chiesto all’unica altra passeggera, una bella signora mulatta, la conferma che il treno fosse quello corretto (mai fidarsi dei tabelloni di Trenitalia), e ho ricevuto in cambio un invito a sedermi davanti a lei. Ho così scoperto che la bella Leonisa, proprietaria di bar, colombiana e trapiantata in Italia da vent’anni, con tre figli dai trent’uno ai ventitré anni (e quindi un’età presumo intorno alla cinquantina, portata molto bene) ed un’evidente passione per la cronaca nera, stava viaggiando vestita con una maglietta stile impero fucsia sobrio, leggings neri, stivaletti in scamosciato viola, bracciali, collane, orecchini ed anelli d’oro (fra cui due leoni) ed un magistrale trucco composto sotto da matita nera con linea lunga all’angolino esterno e sulla palpebra da matita fucsia acceso abbinato ad una capigliatura davvero leonina (pun not intended) per fare una sorpresa al moroso in quel di Sanqualcosa vicino Padova. È stato così che per le successive due ore mi sono dedicato all’inedita, inaspettata ed improbabile attività di scrivere con lei dei messaggi romantic-kitsch indirizzati al moroso su quanto sarebbe stato difficile aspettare la domenica successiva per vederlo, sul fatto che avrebbe preso un aereo subito per andarlo a baciare da quanto erano dolci le sue parole e sull’ipotetico lavandino che le aveva allagato il bar impedendole di rispondere al telefono (in realtà era il rumore del treno), il tutto fra una foto e l’altra di figlie, figlio, nipotino e cane.
Ebbene, sono stato da poco informato da una trionfante Leonisa che la sorpresa è andata a buon fine e il moroso era tutto felice di vederla. Non ci resta che aggiungere tanti complimenti ed un bel evviva a noi Paladine Sailor e all’Ammore che trionfa sempre.
Ora invece, dopo un trancio di pizza inaspettatamente buono, mi sono accampato sopra il mio giubbotto sul pavimento dell’aeroporto Antonio Canova di Treviso (che Ryanair spaccia per Venezia) in modo da avere piena disponibilità di energia elettrica per potermi godere in santa pace il piccì tutta la notte, con in più una magnifica visuale del retro del prototipo in gesso di Venere e Marte del Canova. E per quanto riguarda il alto artistico sono messo più che bene, visto che una particolarità delle statue di figoni ignudi (neo)classici è il fatto che il retro è sempre più interessante del davanti: hanno infatti sempre un sedere scultoreo e magnificamente rotondo, mentre il pacco è puntualmente minuscolo, tanto da essere avvilente da guardare (quando non è coperto, come in questo caso, da una delle celeberrime foglie di Ficus Autoadesiva™, antenato di epoca ellenica del c-string).
Il prototipo in gesso di (Venere e) Marte di Canova |
A farmi compagnia un gruppo di ragazzine ucraine con accompagnatrici, tre delle quali (ragazzine) continuano a dare spettacolo davanti a me, confabulando tutte contente ogni volta che alzo lo sguardo per premiare i loro sforzi di farsi notare a tutti i costi (d’altronde nonostante barba incolta e occhiaie resto pur sempre il bel GothicNarcissus™, no?). Si prospetta una luuugna nottata, che credo sarà all’insegna dell’elettronica: Gothminister, L'Âme Immortelle, Abney Park, Delerium e Sleepthief (quest’ultimi con un nome che stasera è tutto un programma) sono già in playlist. Oh well.
Di ottima elettronica per tenerti sveglio, più industrial che goth però, se non li conosci già, cerca gli Oomph. Buon viaggio :P
ReplyDeleteA&C
Grazie del consiglio, vedrò di googlarli un po'. ;)
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ReplyDeleteI tuoi resoconti di viaggio hanno il piacere di divertirmi sempre e comunque.
Sei una guerriera Sailor inside quindi era ovvio che alla fine saresti diventato complice di suddetta Leonessa!
E così rieccoti in terra africana...
Ps: il didietro delle statue neoclassiche apre un mondo di perversioni virtuali e mentali. è così. poco da fare.
ReplyDeleteCombatto ancora il Grande Demone Celeste...e attendo l arrivo del tecnico (che non so perchè ma me lo immagino identico a Jenna Jenson)
@ Hikiam: E non c'è nulla che mi gratifichi più che sapere che hai il sorriso sulle labbra, gioia. :*
ReplyDelete@ Fuar: La Mater è invece in guerra con la Tele2, la cui connessione funziona a criceti dai primi di dicembre. Non se ne può proprio più.
ReplyDeletela Ficus Autoadesiva xDDDDD
Ayl
Beh, Ayl, come sta su altrimenti? XD
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