Diciamocelo: i casi umani il concetto di “indesiderato” non lo recepiscono nemmeno se ci vanno a sbattere contro. Dovessero inciamparci sopra mentre camminano per strada, al più penserebbero che si è loro momentaneamente accorciata una gamba e per questo hanno zoppicato per un passo. E non c’è modo di far loro capire che aria tira: se lo si fa in maniera vaga fanno semplicemente finta di nulla, mentre se si dicono loro le cose come stanno alla meglio fanno atto di pentimento e si danno una calmata per qualche tempo, salvo tornare alla carica tempo pochi giorni; alla peggio fanno una scenata seduta stante. Naturalmente, non sono loro che compiono errori, come potrebbero? In questo modo, non hanno mai da che imparare.
Ma non solo: per quanto ti sforzi di far finta che non esistono, loro non ti permettono di dimenticarti della loro esistenza. È appena passata una giornata, stai per andare a letto felice pensando “Oh, a proposito, il Caso Umano #00tot non si è fatto sentire per tutto il giorno, che meraviglia”, quando toh, spuntano fuori stile uccellino del cucù all’ora prestabilita (e questa la capirà solo la persona a cui ho fatto il disegnino di cui sopra) per raccontarti delle loro vite che per te sono assolutamente, totalmente, completamente, utterly triviali, prive d’interesse, worthless, per rimbambirti con le loro meschine faccende quotidiane delle quali non potrebbe fregarti di meno, per cercare di risvegliare la tua umana pietà che in verità è long since dead raccontandoti delle loro sventure che più che portarti rammarico perché non sono andate a buon fine levandoteli di mezzo non fanno, e tu stai lì, a chiederti perché mai ti sei preso la briga anche solo di pensare che ce l’avevi fatta per quella giornata e ti sei portato sfortuna da solo. E l’unica conclusione che puoi trarre è: morta una Luana se ne fa un’altra.
Certo, è crudele e qualunquistico fare di tutta l’erba un fascio: esistono anche casi umani che un minimo di buon senso ce l’hanno ancora e, fatta la loro magra figura con i loro pessimi tentativi di abbordaggio che tentano di spacciarti per corteggiamento, visto che è palese che non sono ciò che dicono di essere e che la maschera dell’intellettuale affetto da ennui è ormai inflazionata e il loro atteggiamento-cliché da eterno disprezzo del mondo non produce effetto, preferiscono sparire nel nulla in un atto di profonda salvaguardia di ciò che resta della loro dignità, smettendo di ammorbarti con la loro presenza inutile. Ma purtroppo, questi sono sassolini rari, calcare in un mondo di arenaria (naturalmente non mi sogno nemmeno di usare metafore con pietre preziose o semi-tali), e la verità è che la maggior parte dei casi umani devi spingerlo al suicidio per liberartene. O aspettare due anni e passa come nel caso di Luana.
Una cosa è certa: anche questo post finirà prontamente ignorato da chi di dovere. O, tutt’al più, mi ritroverò un commento-gnorri come è accaduto nel post di Dementia: il riferimento era palese, eppure si è bellamente fatto finta di non coglierlo, mettendo uno dei commenti che ho chiaramente definito moderabili nelle avvertenze (che raccomando sempre di leggere a tutti, ivi compresi gli utenti anonimi, grazie) facendomi scuotere il capo con desolazione. E anche stavolta, mi ritroverò a chiedermi perché, perché, perché, che ho fatto di male.
Ma non solo: per quanto ti sforzi di far finta che non esistono, loro non ti permettono di dimenticarti della loro esistenza. È appena passata una giornata, stai per andare a letto felice pensando “Oh, a proposito, il Caso Umano #00tot non si è fatto sentire per tutto il giorno, che meraviglia”, quando toh, spuntano fuori stile uccellino del cucù all’ora prestabilita (e questa la capirà solo la persona a cui ho fatto il disegnino di cui sopra) per raccontarti delle loro vite che per te sono assolutamente, totalmente, completamente, utterly triviali, prive d’interesse, worthless, per rimbambirti con le loro meschine faccende quotidiane delle quali non potrebbe fregarti di meno, per cercare di risvegliare la tua umana pietà che in verità è long since dead raccontandoti delle loro sventure che più che portarti rammarico perché non sono andate a buon fine levandoteli di mezzo non fanno, e tu stai lì, a chiederti perché mai ti sei preso la briga anche solo di pensare che ce l’avevi fatta per quella giornata e ti sei portato sfortuna da solo. E l’unica conclusione che puoi trarre è: morta una Luana se ne fa un’altra.
Certo, è crudele e qualunquistico fare di tutta l’erba un fascio: esistono anche casi umani che un minimo di buon senso ce l’hanno ancora e, fatta la loro magra figura con i loro pessimi tentativi di abbordaggio che tentano di spacciarti per corteggiamento, visto che è palese che non sono ciò che dicono di essere e che la maschera dell’intellettuale affetto da ennui è ormai inflazionata e il loro atteggiamento-cliché da eterno disprezzo del mondo non produce effetto, preferiscono sparire nel nulla in un atto di profonda salvaguardia di ciò che resta della loro dignità, smettendo di ammorbarti con la loro presenza inutile. Ma purtroppo, questi sono sassolini rari, calcare in un mondo di arenaria (naturalmente non mi sogno nemmeno di usare metafore con pietre preziose o semi-tali), e la verità è che la maggior parte dei casi umani devi spingerlo al suicidio per liberartene. O aspettare due anni e passa come nel caso di Luana.
Una cosa è certa: anche questo post finirà prontamente ignorato da chi di dovere. O, tutt’al più, mi ritroverò un commento-gnorri come è accaduto nel post di Dementia: il riferimento era palese, eppure si è bellamente fatto finta di non coglierlo, mettendo uno dei commenti che ho chiaramente definito moderabili nelle avvertenze (che raccomando sempre di leggere a tutti, ivi compresi gli utenti anonimi, grazie) facendomi scuotere il capo con desolazione. E anche stavolta, mi ritroverò a chiedermi perché, perché, perché, che ho fatto di male.
...Ma sei proprio sicuro che con Luana sia definitivamente finita?
ReplyDeletePoi ti aggiorno. Back for me too. Just 3 days of peace and now he feels sick again.
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