Non ho più voce. Non riesco a muovere il collo. Mi fischia l’orecchio sinistro. Ho preso tanto di quel sole che ora ho gli avambracci, le guance e il naso rossi e spellati. E ho speso un sacco. Ma non me ne importa nulla. In primo luogo perché la voce tornerà, il collo si sbroglierà, l’orecchio si darà una calmata e ho già appurato per scendere a pranzo che il correttore nasconde il rossore in viso senza lasciarne traccia. E perché i soldi sono fatti per essere spesi. E anche senza questi due punti, gli Epica al Gods of Metal ne sono valsi la pena senza ombra di dubbio.
La mia due giorno fuori casa si è conclusa ieri notte dopo le undici, quando finalmente mi sono sdraiato nel mio letto. Due giorni perché, sebbene non me ne fregasse nulla di vedere Tarja-solista e quindi sia andato solo alla prima giornata del GoM, per evitare di dover prendere un treno alle tre del mattino, sono partito per Bologna il giorno prima, in modo da passare il pomeriggio e la notte ospitato da Luisa e partire con un po’ più di calma (alle cinque e mezza) il mattino dopo.
La mia due giorno fuori casa si è conclusa ieri notte dopo le undici, quando finalmente mi sono sdraiato nel mio letto. Due giorni perché, sebbene non me ne fregasse nulla di vedere Tarja-solista e quindi sia andato solo alla prima giornata del GoM, per evitare di dover prendere un treno alle tre del mattino, sono partito per Bologna il giorno prima, in modo da passare il pomeriggio e la notte ospitato da Luisa e partire con un po’ più di calma (alle cinque e mezza) il mattino dopo.
Bologna è sempre un po’ il mio amore, e nemmeno stavolta mi ha tradito: ho comprato Storm dei Theatre of Tragedy e Black Light District dei The Gathering ad un prezzo irrisorio, e al mercatino la gentile proprietaria di una bancarella di borchiame vario mi ha fatto su misura il collarino alla Rosiel di cui sopra che volevo da tanto tempo per cinque euro (altro che i 64 del sexy shop!). La serata l’abbiamo trascorsa a casa di alcuni amici di Luisa, mangiando cibo messicano (noi in onore di Marcela e Diana Bovio degli Stream of Passion, ovviamente) e isolandoci di tanto in tanto a parlare di musica. Ciò dimostra inconfutabilmente che quando due fan di female fronted si trovano in una compagnia è naturale che si isolino dal resto, per cui direi che io e Gin possiamo smettere di avere i sensi di colpa per quella volta a Port’Ercole. Nella fattispecie, oltre a sputare veleno sulla Signora Hartzel, abbiamo anche avuto modo di commentare l’ultima uscita di testa di quel folle di Morten Veland, ovvero i Mortemia (nome un po’ più autoreferenziale, già che c’era?), che sarebbe la sua nuova band con la quale vorrebbe “riprendere lo stile di Beyond The Veil”. Io li considero ancora uno scherzo, ad essere sincero.
Ad ogni modo, il giorno dopo siamo partiti alle 5:30, abbiamo dormicchiato in treno (beh, io ho più ascoltato musica che altro), cambiato a Milano e, arrivati a Monza, abbiamo perso un sacco di tempo per trovare il benedetto stadio, con me che speravo di non avere “la solita fortuna” ed incontrare una certa persona che conosco in quel posto. Dopo aver trovato uno straccio di autobus ed esserci persi per i viottoli della periferia di quella città (che, essendo così brutta ora, immagino fosse insostenibile ai tempi della povera Monaca: ci credo che era così intrattabile, essendo costretta in un convento in una città del genere!), siamo finalmente arrivati allo stadio. Lì abbiamo atteso che i cancelli si aprissero con “solo” un’ora di ritardo e, sbrigate le faccende igieniche prima che i bagni diventassero impresentabili, ci siamo fiondati ai palchi. Appurato qual era il palco degli Epica, abbiamo raggiunto altre ragazze del fanclub italiano che erano già in prima fila e ci siamo attaccati alle transenne. Cosa che non è stata nemmeno troppo difficile, dato che si alternavano esibizioni su un palco e l’altro e quindi buona parte del pubblico andava e veniva: perfino Fra, che è arrivato quasi al soundcheck degli Epica, è riuscito a mettersi in seconda fila dopo di noi.
Fino a quando non sono arrivato lì non avevo idea della scaletta del festival, eccetto che gli Epica sarebbero stati terzi. Molti mi invidieranno per aver avuto la prima fila alle esibizioni degli Extrema e dei Voivod, ma non conoscendoli nemmeno di nome, a me è importato molto relativamente. Sull’altro palco si sono invece esibiti una band di cui non so nemmeno il nome (primi in assoluto), poi Lauren Harris fra gli Extrema e i Voivod e, subito prima degli Epica, un gruppo glam chiamato Backyard Babies. Se già mi chiedevo per quale assurdo motivo avessero invitato la Turunen col suo album nel metal ce l’avevano a mala pena impanato al GoM, la Harris l’ho trovata decisamente fuori luogo. A questo punto, meglio davvero l’orchestrina preregistrata di Tarja (e, come mi ha fatto notare Marco, il suo violoncellista dal vivo, mica vogliamo toglierle lustro qui!) che non questa raccomandata abbronzata in toppino nero, pantaloni aderenti rossi e infradito (tanto ce l’hanno infilata solo perché il padre è il bassista degli Iron Maiden, se no il GoM se lo sognava). Mah, se non altro ho avuto il tempo di mangiare e ho individuato una candidata da suggerire ai Tristania casomai cacciassero Meri Demurtas: è perfino peggio di lei, così continuano la caduta libera di stile.
Mentre i Backyard Babies si esibivano, noi abbiamo già iniziato a scalpitare, dato che Coen, Arien e Mark ogni tanto si facevano vedere sul palco per sistemare le apparecchiature. Quando poi dall’altro palco è giunto l’annuncio dell’ultima canzone, già abbiamo iniziato a sbracciarci, ed anche a bestemmiare i Babies per l’outro della canzone che non accennava a finire. E poi, è stato il delirio.
La setlist degli Epica è stata:
Ad ogni modo, il giorno dopo siamo partiti alle 5:30, abbiamo dormicchiato in treno (beh, io ho più ascoltato musica che altro), cambiato a Milano e, arrivati a Monza, abbiamo perso un sacco di tempo per trovare il benedetto stadio, con me che speravo di non avere “la solita fortuna” ed incontrare una certa persona che conosco in quel posto. Dopo aver trovato uno straccio di autobus ed esserci persi per i viottoli della periferia di quella città (che, essendo così brutta ora, immagino fosse insostenibile ai tempi della povera Monaca: ci credo che era così intrattabile, essendo costretta in un convento in una città del genere!), siamo finalmente arrivati allo stadio. Lì abbiamo atteso che i cancelli si aprissero con “solo” un’ora di ritardo e, sbrigate le faccende igieniche prima che i bagni diventassero impresentabili, ci siamo fiondati ai palchi. Appurato qual era il palco degli Epica, abbiamo raggiunto altre ragazze del fanclub italiano che erano già in prima fila e ci siamo attaccati alle transenne. Cosa che non è stata nemmeno troppo difficile, dato che si alternavano esibizioni su un palco e l’altro e quindi buona parte del pubblico andava e veniva: perfino Fra, che è arrivato quasi al soundcheck degli Epica, è riuscito a mettersi in seconda fila dopo di noi.
Fino a quando non sono arrivato lì non avevo idea della scaletta del festival, eccetto che gli Epica sarebbero stati terzi. Molti mi invidieranno per aver avuto la prima fila alle esibizioni degli Extrema e dei Voivod, ma non conoscendoli nemmeno di nome, a me è importato molto relativamente. Sull’altro palco si sono invece esibiti una band di cui non so nemmeno il nome (primi in assoluto), poi Lauren Harris fra gli Extrema e i Voivod e, subito prima degli Epica, un gruppo glam chiamato Backyard Babies. Se già mi chiedevo per quale assurdo motivo avessero invitato la Turunen col suo album nel metal ce l’avevano a mala pena impanato al GoM, la Harris l’ho trovata decisamente fuori luogo. A questo punto, meglio davvero l’orchestrina preregistrata di Tarja (e, come mi ha fatto notare Marco, il suo violoncellista dal vivo, mica vogliamo toglierle lustro qui!) che non questa raccomandata abbronzata in toppino nero, pantaloni aderenti rossi e infradito (tanto ce l’hanno infilata solo perché il padre è il bassista degli Iron Maiden, se no il GoM se lo sognava). Mah, se non altro ho avuto il tempo di mangiare e ho individuato una candidata da suggerire ai Tristania casomai cacciassero Meri Demurtas: è perfino peggio di lei, così continuano la caduta libera di stile.
Mentre i Backyard Babies si esibivano, noi abbiamo già iniziato a scalpitare, dato che Coen, Arien e Mark ogni tanto si facevano vedere sul palco per sistemare le apparecchiature. Quando poi dall’altro palco è giunto l’annuncio dell’ultima canzone, già abbiamo iniziato a sbracciarci, ed anche a bestemmiare i Babies per l’outro della canzone che non accennava a finire. E poi, è stato il delirio.
La setlist degli Epica è stata:
1. Indigo
2. The Obsessive Devotion
3. Quietus
4. Fools Of Damnation
5. Cry For The Moon
6. Sancta Terra
7. Consign To Oblivion
Sette canzoni, ma quasi tutte belle lunghe. Ci siamo sbracciati, abbiamo headbangato un sacco (in particolare io e Luisa), abbiamo gridato, cantato, fatto i coretti gridando “Epica, Epica”, e tutte le altre cose che si fanno ad un concerto metal. Simone, che indossava gli stessi vestiti di novembre – corpetto in broccato argentato, maglietta nera senza braccia con jabot e pantaloni in leather neri – è stata talmente brava che senza dubbio su certi forum in cui non la possono vedere diranno o che era in playback, o che aveva c’era Amanda Somerville che cantava nel backstage, o che era addirittura Amanda dentro una tuta contenitiva con la parrucca rossa. Teoria, questa, che sarebbe supportata dal fatto che Simone ha dei “coscioni”, se non fosse per il fatto che è una benemerita cavolata e le sue gambe sono normalissime.
Ma non era solo la Simoncina un piacere anche per gli occhi, oltre che per le orecchie (fangirl mode on): Isaac, che è un figo della madonna, non mi ha fatto rimpiangere il mio beniamino Ad, Mark, beh, era Mark, quindi da sbav come sempre, Yves pure, e Coen era più figo di quanto lo ricordassi. Per la cronaca, Coen guardava spesso e volentieri nella nostra direzione (beh, a me sembrava nella mia, in verità), mentre Isaac e Mark ad una certa si sono messi a suonare schiena a schiena in maniera sbavosamente shounen-ai, e lì sono proprio partito, insomma (fangirl mode off). Anche stavolta a fine concerto ho portato a casa un souvenir: nella fattispecie, l’asciugamano di Mark, che ho acchiappato al volo.
Dopo il concerto, io, Luisa e Fra ci siamo defilati in cerca di qualcosa da bere e un po’ di ombra. Siamo saliti sugli spalti, dove ad una bancarella ho comprato delle copie dell’edizione originale di Velvet Darkness They Fear e A Rose For The Dead dei Theatre of Tragedy, mentre ad un’altra ho rubato Musique: rubato perché il proprietario era talmente distratto che io stavo lì con la busta dell’altra bancarella e il cd in mano, ho fatto la battuta a Luisa e lei ha aperto la sua busta come nulla fosse. Insomma, era un invito a nozze! E meno male che non l’ho comprato, perché poi dentro ci ho trovato tutt’altro! Ora ho il digipack, il booklet ma niente CD!
Il viaggio di ritorno si è miracolosamente svolto senza quasi alcun ritardo, così che sono rincasato ad un orario decente e ho avuto modo di fare la stima dei danni: ora sto applicando tanta crema al naso, che inizia già a schiarire un po’. Ma, come accennato sopra, non è un gran problema: il correttore fa miracoli. E comunque, il rossore passerà, il divertimento di questa giornata invece resterà. Le mie paura circa il pogo dei true metallers non si sono avverate (eravamo davanti ma abbastanza defilati da evitarlo durante le due band di Extreme Metal), per cui non ci siamo fatti nemmeno un graffio, e non ci sono stati i coretti beceri e volgari all’indirizzo di Simone che temevo, ed il pubblico ha recepito la band con calore, così che il tutto si è svolto senza alcun problema. Mi fa sorridere il fatto che gli Epica, che non sono certo una band antica, siano stati invitati mentre certe altre band più gonfiate e blasonate non ci siano ancora passate nemmeno per sbaglio (beh, di certo meritavano più di uno dei loro membri in versione solista, ma questi sono dettagli), così che chi ha da rosicare può tranquillamente continuare a fare: ora lo scettro del Symphonic Metal lo abbiamo noi. Ed un motivo ci sarà, per questo.
Beato te TOT
ReplyDeleteanch'io volevo andarci, per gli slipknot XD
uh un img di emilie autumn, la adoro anche se è da molto tempo che non l'ascolto più **
mi piace un sacco il template complimenti **
ReplyDeleteDirei che è andato tutto più che bene. =] Mi fa piacere.
ReplyDeleteUn saluto, Narciso! ^^
Meravigliosa la scaletta,ma è strano che non abbiano proposto l'onnipresente (nonchè meravigliosa) "Chasing the dragon"...
ReplyDeleteSono contenta che i ragazzi siano stati apprezzati dal pubblico (e non solo per l'avvenente aspetto della rossa) e che Isacco sia stato bravo ^^
Muhahahahahaha....ho letto così tanti commenti insulsi (generati senz'altro dall'invidia bella e buona mista alla stupidità,ovvio) sulla povera Simone da averci ormai fatto il callo...
Onestamente...sono io ad avere le fette di prosciutto sugli occhi e a non accorgermi nè del "grasso" che "trabocca" dai corpetti attillati nè dei "gamboni" (degni di una donna/vacca del Botero) di cui si parla tanto "su un determinato forum" (e che inoltre ha avuto la faccia tosta di inviare a Mark quella... domanda provocatoria sul live appena uscito)?
Oltre a sentirsi paragonare costantemente ad una palla di lardo,la bella ragazza deve anche sentire messe in discussione le sue indubbie capacità vocali...
Datele del tempo per migliorare,ha soltanto 23 anni,Cristo.Sappiamo tutti quanto l'Amanda sia preparata,ma non è il caso di abbandonarsi ogni due secondi ad inutili paragoni....la Simmi potrebbe non reggere il confronto e suicidarsi
-_-
E allora potrei prendere seriamente a manganellate mezzo team di Epica Italy (dove-per mia fortuna s'intende-non sono iscritta)...
Sarò anche di parte (ho sempre amato gli Epica) ma trovo che Simone sia un'ottima vocalist.Sono altre le cantanti (che non cito per ragioni di tempo e spazio...la lista potrebbe non estinguersi mai) che dovrebbero vergognarsi di salire su un palco e strepitare per due ore di fila,non di certo lei.
Tornando al Gods...
Lauren Harris-oltre ad essere una raccomandata del cavolo-è una prostituta di proporzioni bibliche...
E Tarja....insieme a Marcelìn pan e vìn ha rovinato il combo di Tuomas,ne sono cosciente.
Ma non dimenticherò mai la donna che con "Oceanborn" mi ha tenuto compagnia per una bella fetta della mia vita.
E nonostante le cattiverie sul suo conto aumentino sempre di più,nonostante "My winter storm" non soddisfi neanche me a causa del songwriting scialbo...io non mi stancherò mai di ribadire...
"Questa donna sa cantare".
Non siete d'accordo?
Provate a far intonare "Beauty and the Beast" o "The Phantom of the Opera" ad Annette.
Ciao Alex!! ben trovato nel girone dei dannati di Splinder ;)))
ReplyDeletexoxoxoxoxox