È vero: arrivato a vent’anni che ancora sbavo su personaggi di anime, manga, libri, videogiochi e quant’altro e dormo abbracciato al cuscino, con fra le tante l’abitudine di lasciar asciugare i capelli all’aria anche in pieno inverno pur di evitare il crespo, la necessità fisica di ascoltare musica dall’iPod in mezzo alla folla per non entrare in crisi claustrofobica o misantropica, il bisogno ossessivo-compulsivo di comprare cd, la mia scala di valori distorta, i miei sbalzi d’umore, la crudeltà gratuita, i vestiti che devono essere prima belli e poi comodi e tutte le altre mie caratteristiche eccentriche, io per primo non rientro nella definizione di “normale” (e francamente la cosa non mi fa altro che piacere). E tuttavia, il diritto di dire che ho a che fare con persone assolutamente folli, nel senso peggiore del termine, ce l’ho tutto eccome. Ma andiamo con calma.
Una domanda ricorrente che mi fanno tutti quelli che vedono la mia catenina, che in tutto il 2009 ho tolto solo una volta (per fare la foto di Astaroth) è: “Che bella! Cos’è, la chiave del tuo cuore?”. Inutile dire che fanno tutti una faccia molto perplessa quando io, il sorriso sulle labbra, rispondo candidamente: “No. In realtà è la chiave della porta da cui escono le persone che mando affanculo”.
Ebbene, come chiaramente visibile nella foto di Me-Setsuna di cui sotto, questa chiave la porto al collo sin dalla seconda metà del 2006, più precisamente da agosto, quando ha sostituito un altro pendente. La chiave me l’avevano regalata come buon augurio i precedenti proprietari di casa mia quando i miei avevano stipulato il contratto – io avevo due mesi e spiccioli – e per diciassette anni era rimasta dimenticata in fondo a un cassetto. Poi, la Mater mi ha regalato quella catenina, che era stata a sua volta un regalo, per portare un certo pendente. Quando ho dovuto smettere di indossarlo, mi dispiaceva per il sacrificio della Mater (che ne aveva nel frattempo comprata un’altra per sé) e ho deciso di riempirla così.
La scelta non è stata casuale: il precedente pendente mi era stato regalato da lei, la celeberrima, l’unica e inimitabile (quasi, purtroppo) Luana, ed era una metà cuore recante da una parte l’incisione “Lola” e dall’altra “4ever Friends”. Dopo tutta la serie di eventi che chi mi conosce sa bene, quando ho visto che l’ultimo giorno che sono stato da lei dimostrativamente non indossava la sua metà ho deciso che avrei tolto anche la mia. Solo che, come accennato sopra, volevo conservare la catenina. Il caso volle che di lì a due mesi uscisse The Open Door degli Evanescence, anticipato dal singolo Call Me When You’re Sober in cui l’allora Amy Lee mandava a stendere il suo ex fidanzato, così ho avuto il flash sulla chiave e ho deciso di adottarla con questo esatto significato.
Ebbene, ora viene il bello: sono passati quasi tre anni e mezzo da allora, e sia la chiave che la mia risoluzione sono ancora al loro posto. Purtroppo, non solo loro: anche Luana! È sempre lì che, a intervalli regolari, spunta fuori come il giochino del Kinder Sorpresa, pronta ad attirare la mia attenzione in ogni modo possibile e immaginabile. Tralasciando che a pazze del genere sembra che ci sia abbonato, la cosa è terribilmente snervante.
Perché il caro Giovanni può dire quel che cavolo gli pare e piace, ma se che Luana sia venuta a fare le vacanze dai parenti del Merilend per vedere lui e non me può anche essere credibile, no, non me la bevo che lui di sua iniziativa mi abbia proposto di andarla a trovare “eddai, fate pace!”. È chiaro come il sole-la luna-le stelle tutti assieme che in questo caso (come in altri) l’amico comune è mandato dalla persona che tenta a tutti i costi di riconciliarsi con me. E io sto qui come un idiota a chiedermi il perché, cosa c’è di così difficile da capire nel fatto che non voglio più saperne e non mi possono imporre la loro compagnia.
A questo proposito, vorrei chiarire le idee a Giovanni e a tutti quelli che, come lui, pensano che io non abbia di meglio da fare, durante la mia giornata, che odiare e farmi il sangue amaro per queste persone: no, non c’è nessuna “ostilità, peraltro idiota” che “va avanti da tempo”. Ovvio, nel momento in cui me le vedo spuntare davanti come funghi sono esasperato e un po’ mi fanno anche incavolare, ma la cosa finisce lì. Non è che fra un attacco e l’altro (sì, lo so, sembra herpes) sto costantemente a pensare a loro, a quanto le odio e a quanto auguro loro ogni male: semplicemente mi stanno del tutto, completamente indifferenti. Per me sono meno che nullità, sono proprio nulla. N-u-l-l-a.
Non a caso sono sempre loro, in un modo o nell’altro, a cercarmi, mentre la mia vita va avanti tranquillamente e serenamente senza che il loro non esistere in essa la condizioni in alcun modo. È molto triste, certo, ma se con i suoi continui tentativi di tornare Luana non avesse consumato del tutto i buoni ricordi che avevo di lei, qualcosa sarebbe rimasto, al posto del nulla.
Per questo Luana (e chi con te), una buona volta: fattene una ragione. La porta si è chiusa alle tue spalle, e la chiave è girata nella toppa. Non c’è via di ritorno.
A questo punto, confido davvero nella Befana: l’Epifania tutte le feste si porta via. Magari anche le pazze ossessivo-compulsive.