Friday, 2 February 2018

Baby steps

Ore cinque del mattino.
Mi sono svegliato, mi sono alzato, mi sono buttato addosso dei vestiti, ho afferrato il rasoio elettrico, sono andato in bagno e mi sono accorciato la barba. Così, dal nulla.
Il corso d’azione più logico sarebbe stato rimettermi a dormire e pensarci domani al risveglio, anche per non far rumore a un orario in cui gli altri coinquilini, che sono persone normali (o comunque più normali di me) dormono.
Eppure, eccomi lì, davanti allo specchio, a regolare la lunghezza di una barba che non toccavo da quando l’avevo rasata del tutto per la festa Anni Venti di BriarRose. Erano giorni che continuavo a procrastinare nonostante i baffi, in particolare, mi dessero sempre più fastidio. Così ho colto l’impulso, per quanto a un’ora indecente, e l’ho fatto: la volta che mi viene voglia di fare qualcosa per me, meglio non sprecarla. Il Capodanno WIP è ancora aperto.

Giusto per chiudere la faccenda, dopo il picco di nevrosi raggiunto con la carne andata a male, non solo ho buttato tutto e ripulito il freezer, ma ho anche preso in mano la faccenda che mi tormentava da tutto il mese e ho provato quantomeno a metterci una pezza.
O meglio, ho avuto un meltdown totale finito il quale Katia mi ha messo la faccenda in mano e mi ha dato una spintarella per risolverla. Il risultato è stato una notte insonne in preda alla tachicardina (anche perché, dal nervosismo, ho praticamente fatto fuori una scatolina di liquirizia Amarelli, che sto usando come surrogato di altro) e ora, qualche giorno dopo, una leggera febbriciattola accompagnata da un vago mal di gola e l’occasionale “dissesto idrogeologico”. Ché quando raggiungo un picco di tensione nervosa di queste proporzioni somatizzo, il mio già inefficace sistema immunitario collassa e mi ammalo fisicamente, it is known. A ‘sto giro è una di quelle cose blande, più fastidiose che debilitanti, per cui spero di cavarmela con un paio di giorni in un burrito di coperte col mug di tisana in mano. Se non altro posso fare un respiro e riprendermi senza fiato sul collo.

E niente, direi che è il caso di ributtarmi a dormire.

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