Monday, 12 February 2018

Contrattempi

A volte i contrattempi non sono così inconvenienti. Certo, rimanere chiuso in casa fino alle cinque e venti perché il tuttofare ha deciso di piombare senza preavviso a siliconare gli spifferi delle finestre non è il massimo, specie se avevo in programma di andare in un parco che chiude alle sei e un quarto (senza contare la luce che sparisce anche prima) a fotografare stock di violette per una foto che vorrei pubblicare entro dopodomani, ma almeno ha talmente scombussolato i miei piani che mi ha tolto ogni scusa per non affrontare due fonti di nevrosi che mi porto dietro da qualche giorno ma che riesco a evitare non trovandomi in casa per tutto il pomeriggio. A volte il lato positivo c’è davvero anche perché, per quanto mi faccia paura affrontare queste due faccende, il senso di colpa che ne deriva mica se ne va.

Detto questo, mando al diavolo la scaramanzia e lo dico: parrebbe che stanotte a Trieste la temperatura scenda sotto zero e possa perfino nevicare. Io non ci spero quasi più, visto che sono almeno quattro anni che aspetto di scattare una certa foto nella neve, ma chissà. Stasera mi faccio la barba, lavo i capelli e mi preparo i vestiti così, se ho fortuna, domattina presto salgo sul primo autobus armato di fotocamera e treppiede e vado a scattare prima che la neve si sciolga. Altrimenti, resto a casa e scatto un paio di autoritratti semplici semplici ma che continuo a rimandare per mancanza di sbatta di conciarmi umanamente.

Ah, e già che ci sono, magari rimetto in ordine un altro pochino della stanza, ché oggi è stato imbarazzante.

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