Sunday 18 February 2018

Cose che iniziano a triggerarmi:

1) I coinquilini che non accendono il deumidificatore dopo aver fatto la doccia. Quella stanza è umida, la tinta si sta scrostando dai muri, ho detto mille volte che basta accenderlo prima di entrare e metà del lavoro è fatto, ma niente, continuano a fregarsene e spalancare la finestra dopo. Che non solo fa condensare il vapore ancora prima peggiorando il problema, ma in quella stanza mi dovrei abbassare le mutande: sono stanco di congelarmi le chiappe ogni volta che devo pisciare.

2) Il deodorante “alla lavanda” che qualcuno mette in corridoio. Che ovviamente non sa di lavanda ma, appunto, di deodorante alla lavanda. È falso come una moneta da tre euro e nauseante. Uno di questi giorni lo svuoterò nel cesso facendo finta di nulla e al massimo dirò che è evaporato tutto ed è finito.

3) Le posate tutte mischiate. Davvero, non è difficile: gli scompartimenti sono quattro, uno per le forchette, uno per i cucchiai e i cucchiaini, uno per i coltelli e uno per gli utensili. Se non imparano a mettere ogni posata al posto giusto, deciderò arbitrariamente un nuovo posto giusto per i coltelli: le loro casse toraciche.

4) La temperatura del riscaldamento settata a livelli estremi. Già è arrivata una bolletta che levati, ma 25°C fissi sono davvero ridicoli e mi costringono a spalancare la finestra prima di andare a letto se spero di prendere sonno, con tutto lo spreco di risorse che ne consegue – perché non importa se tengo il termosifone spento, i tubi si riempiono comunque d’acqua e scaldano che è una meraviglia.

5) Parlando di bollette, il vizio di lasciare le luci del corridoio accese. Porca miseria, ma vai a sbattere contro l'assenza di mobili se spegni la luce e percorri quel metro scarso dall'interruttore alla porta di camera tua? Ti hanno asportato gli ottoliti e non riesci a camminare in linea retta?

6) L'apparente incapacità di prendere le cose dal bagno, portarle in cucina e buttarle nel cestino. Rotoli di carta igienica finiti, confezioni di shampoo e docciaschiuma vuote, tubetti di dentifricio spremuti fino all'inverosimile… tutto abbandonato sul davanzale o sul lavandino. Per non parlare delle nuove confezioni che compaiono mentre le altre non sono ancora finite, come se lo spazio non fosse comune e lo potesse riempire una sola persona.

7) Visto che siamo in tema, l'incapacità di andare nel bagno piccolo, dove teniamo la scorta, a prendere un rotolo di carta igienica quando finisce nel bagno grande. È un atto di gentilezza e rispetto che richiede letteralmente un secondo. E che cazzo.

8) I turni di pulizia, ai quali siamo sempre i soliti due a segnarci. Da metà dicembre. L'unico motivo per cui continuo a pulire quei bagni e quella cucina è che il disgusto e il senso dell'igiene sono più forti dell'orgoglio.

9) Il fatto che tutto ciò sia stato discusso abbondantemente all'ultima riunione, che si fosse tutti d'accordo a dividersi le responsabilità e che si sia fatto giurin giurello di prendersi più cura della casa e rispettare gli spazi comuni. Sul serio, io ci provo a tenerla a bada, ma mi stanno facendo salire la Beverly Sutphin.

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