“No,
Non spedirò questo biglietto di San Valentino.
Oddio,
Le viole sono blu.
Non lo mando.
E se non ricevi questo biglietto
(Non farò finta),
Non significa che non sia vero
E che non stia pensando a te.”
Mi piace dire a me stesso che sono tanto affezionato a un sogno perché nella realtà non c’è nulla a cui valga la pena affezionarsi. Poi però mi riguardo indietro e mi rendo conto che non è vero: un paio di volte, quando ho avuto per le mani qualcosa di concreto che poteva andare avanti, ho avuto un momento di paura: che ne sarà del sogno? Dovrò far finta che non esista? Continuerò a coccolarlo in segreto? Mi addormenterò la notte stringendo il cuscino e immaginando che sia il sogno mentre do le spalle a una persona in carne e ossa che mi dorme accanto?
Anche se poi i qualcosa di concreto non sono mai andati davvero in porto, sono tutte domande piuttosto pertinenti. Forse la verità è che ormai sono talmente affezionato al sogno che sarei anche disposto a difenderlo dalla concretezza. Del resto, sono il tipo di persona che non avrebbe problemi a dire: “Mi piaci, ti voglio bene, ma non sarai mai la mia fantasia erotica numero uno”. Giusto per stabilire la regola zero per una relazione senza stress.
Fatto sta che per ora il mondo reale non mi ha davvero offerto alternative migliori al sogno e la stanza è ancora vuota. E continuerò a fare regali di compleanno camuffati da biglietti di San Valentino a vuoto, mandandoli senza specificare il destinatario, senza aspettarmi nulla, per il semplice fatto che mi va bene così.
Violets are blue.
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